Come immaginavamo i compagni e le compagne arrestati lo scorso giovedì sono già ritornati alla loro condizione precedente. Le istanze degli avvocati sono state accettate e dunque Giorgio è tornato ai domiciliari, ad Umberto già ai domiciliari sono stati tolti braccialetto e restrizioni, Andrea è libero ed Alice anche con due firme a settimana.
Lo annunciavamo già in conferenza stampa che probabilmente dato che le esigenze cautelari sui singoli reati erano già state alleggerite dal tribunale ordinario questo avrebbe avuto prevalenza sulla sentenza di Cassazione e dunque sarebbe toccato alla Procura decidere se arrestare i compagni e le compagne per vederli tornare alla condizione precedente dopo pochi giorni o lasciare perdere.
Dunque a cosa è servita questa operazione di polizia in pompa magna? Ovviamente a infastidire i compagni e le compagne, ma soprattutto a coprire mediaticamente il fatto che la sentenza della Cassazione ha annullato con rinvio l’accusa di associazione a delinquere con una bella velina a favore dei giornali in cui si replicava la storiella dell’arresto dei “leaders” di Askatasuna.
Ovviamente questa operazione farsesca, come d’altronde tutta l’inchiesta, è stata messa in campo grazie al denaro dei contribuenti che viene generosamente elargito quando si tratta di perseguire qualche militante ed attivista, mentre non si trova mai quando c’è da affrontare la crisi abitativa e la povertà in crescita della nostra città.
Che dire, una persecuzione bella e buona, ma che mostra anche tutta la malafede e la debolezza di un attacco pretestuoso nei nostri confronti e nei confronti del movimento No Tav. Qualcuno dovrebbe iniziare a domandarsi se tutta questa discrezionalità in cui si muovono la Procura e la Questura di Torino nel tentativo di soffocare le lotte sociali non sia un problema per tutt* e non solo per i malcapitati che finiscono tra le sue maglie.
Nonostante quanto accaduto negli scorsi giorni il processo al tribunale ordinario proseguirà e l’accusa di associazione a delinquere andrà demolita anche in quella sede. Il 12 gennaio alle ore 12.30 si terrà la seconda udienza e vi invitiamo già da ora tutti e tutte a partecipare al presidio in sostegno dei/delle imputati/e. Siamo associazione a resistere