Quando incontrarsi, confrontarsi, condividere momenti di socialità e cultura pare debba avere un prezzo.. e salato!
Ricordate il 15 ottobre 2022 ?
Il corso più trafficato della vostra città come non l’avete mai visto ?
Musicisti e artisti che hanno accompagnato in grande stile, dal balcone del Centro Sociale Askatasuna, una serata danzante, gioiosa e di solidarietà ?
Centinaia di persone che hanno attraversato il controviale di corso Regina Margherita, si sono fermate ai banchetti di autoproduzioni di giovani artisti e artiste, hanno condiviso una serata con l’intento di stare insieme, di essere insieme anche a chi in questo momento sta venendo attaccato da una vile inchiesta giudiziaria, e che hanno detto “certo, anche io mi associo per resistere” ?
Ecco, a seguito di questa iniziativa di solidarietà ai compagni e alle compagne colpite dall’accusa di associazione a delinquere, a difesa di uno spazio sociale come l’Askatasuna, minacciata di sgombero, la questura di Torino ha tirato fuori dal cappello la mossa del vigile urbano distribuendo 25 multe dai 5 ai 10 mila euro a chi ha collaborato alla buona riuscita di quell’occasione.
La giustificazione? La norma che abitualmente si applica a locali commerciali che somministrano abusivamente (senza scontrini) cibo e bevande. Oltre al fatto che l’evento si sia tenuto lo stesso nonostante la diffida diffusa dalla questura di Torino che intimidiva i musicisti con l’idea di fare terra bruciata intorno al centro sociale. E poi, le ben note “questioni di sicurezza” che quando riguardano iniziative auto organizzate, dal basso, a costo zero immediatamente diventano la priorità di forze dell’ordine e istituzioni politiche.
Eppure, il concerto si è fatto, i musicisti non si sono tirati indietro, tantissime persone hanno mostrato la loro solidarietà nei confronti dell’Aska, tutto è andato bene.. brucia eh?
E adesso? Udite udite, per contestare questa valanga di multe, che sommate vorrebbero a riscuotere centinaia di migliaia di euro (!), occorre rivolgersi al Sindaco di questa città. Già, perché l’autorità politica può esprimersi in merito a questo dispositivo, decidendo se considerarle una giusta pena oppure di rispedirle al mittente.
Non abbiamo dubbi, ci sembra un’ottima occasione per coinvolgere il nostro sindaco in un dibattito che dovrebbe vederlo particolarmente interessato viste le priorità che dalla sua elezione in avanti sembrano scandire la sua agenda – perlomeno a parole : Torino città dei grandi eventi, città per i giovani, per il divertimento, per la cultura e l’aggregazione. Evidentemente gli unici eventi che è possibile organizzare in questa città sono quelli in cui compagnie e fondazioni private potranno guadagnare fior fior di quattrini, quelli in cui occorre pagare per entrare e dove una consumazione costa quanto metà delle risorse di un qualsiasi studente, quelli in cui i messaggi che passano si adeguano ubbidienti a un discorso in cui la socialità è una merce, così come le relazioni sociali e il proprio tempo “libero”. In un contesto in cui il neogoverno non ha atteso un minuto per attaccare di petto tutto ciò che è inerente all’aggregazione e al dissenso, vediamo come in questa città le idee originali facciano sempre da apripista.
Noi pensiamo che se anche la controparte non smette un minuto di lavorare costantemente all’assottigliamento delle possibilità, per marginalizzare, per chiudere spazi di incontro e confronto, per silenziare tutto ciò che diverge da una visione preconfezionata anche degli aspetti più sociali delle vite, da parte nostra non verrà perso un minuto per una lotta che pone come centrale l’esigenza di associarsi, di incontrarsi, di costruire insieme e di resistere. Anche a questo!