Una storia che si ripete: perquisizione e sigilli al CSA Murazzi

Una storia che si ripete: perquisizione e sigilli al CSA Murazzi

Questa mattina la digos di Torino si è presa la briga di effettuare l’ennesimo attacco agli spazi di socialità alternativa e aggregazione perquisendo le arcate 25 e 27 dei Murazzi dove da 33 anni trova spazio e vita il CSA, occupazione simbolo di Torino per essere luogo di scoperta musicale, culturale, luogo del cuore per tantissimi artisti torinesi che negli anni, partendo da qui, hanno fatto della musica uno strumento per dare voce a molte tematiche centrali oggi.

Ancora una volta il solerte Carlo Ambra si fa sceriffo nel far west torinese per chiudere i rubinetti dell’acqua e apponendo i sigilli al retrobar, nonostante il furgone pronto per portare via chissà quale strumentazione o prove relative ad altri reati (?) dopo un paio d’ore di perquisizione i suoi fedeli bravi caricano una cassa con dentro un vecchio mixer per la musica.

Voleva essere un bel colpo per segnare un punto in questa guerra di trincea e logoramento che ha intenzione di protrarre la questura di Torino e la procura a firma Enzo Bucarelli, dopo il festival Altri Mondi/Altri Modi che ha visto la partecipazione di migliaia di persone durante i due weekend di iniziative culturali al centro sociale Askatasuna, non si perde tempo e subito si colpisce un altro spazio fondamentale e prezioso per questa città.

La giustificazione pare essere la solita : mancanza di scontrini, concerti non autorizzati, spese da far rientrare, ben 22 eventi e dj set senza licenza rilasciata dal Comune.. continua a non essere chiaro a lor signori che le licenze e gli scontrini siano appannaggio di locali commerciali che organizzano serate o somministrano alcolici a scopo di lucro, com’è normale che sia nella società per come funziona oggi, ossia attività ristorative e bar che rappresentano un lavoro e un salario per chi le detiene. Inoltre, viene sottolineata la mancanza di uscite di sicurezza e denunciato il rischio per l’utenza nella gestione degli eventi. Ci piacerebbe non dover fare paragoni, ma come non può venire alla mente almeno una situazione in cui la gestione della questura di Torino non lasciasse a desiderare in occasione dei suoi beneamati e tanto decantati grandi eventi..

Per chi, come noi, si pone l’obiettivo di autorganizzarsi e autogestirsi negli spazi ancora liberi da queste logiche, il profitto non rientra negli orizzonti contemplati né ora né mai, mentre contribuire a non fare di questa città un divertimentificio in cui la socialità è merce e i giovani vengono costantemente criminalizzati per le loro esigenze di espressione è priorità che non verrà di certo censurate da sigilli e provocazioni. Suggeriamo di andare a ripassare le leggi che regolamentano le differenze tra locali ad uso commerciale e spazi OCCUPATI che, per chiunque abbia occhi per leggere, implica che di per sé si collochino al di fuori di queste dinamiche. L’occupazione e l’autogestione in questo paese rappresentano possibilità di aggregazione e libertà di espressione del dissenso, a nostra conoscenza ancora legittimate dal sedicente sistema democratico in cui viviamo.

E’ evidente che la Questura e la Procura di Torino non riescano proprio a dormire sonni tranquilli sapendo che in città c’è ancora chi si rende protagonista di una proposta antagonista, libera dal mercato, intenzionata a dare battaglia in un orizzonte di desolazione come quello creato da chi gestisce ordine pubblico e disciplinamento. Ci chiediamo fino a quando verrà permesso alla Questura torinese di imporre la propria censoria volontà politica di amministrare come un feudo la nostra città e quando ci si renderà conto della sbornia autoritaria che in via Grattoni prosegue indisturbata. In questo senso, le iniziative portate avanti dalla società civile a Torino che si interrogano sulla deriva fascista in questa fase speriamo sappiano fotografare l’attivo ruolo della questura nel garantire questa deriva autoritaria.

In questo articolato sistema di attacco non esiste alcuna zona safe, la lotta per conquistarci un futuro migliore continua, collettivamente e senza paura.

Seguiranno aggiornamenti sul da farsi, la nostra banda suona ancora il rock!

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