Riprendiamo il seguente contributo da Laboratorio Politico Iskra
Ieri c’è stato l’esito della cassazione sul ricorso della Procura di Torino rispetto alle misure cautelari richieste nell’ambito dell’inchiesta “Sovrano” nella quale 16 compagni e compagne del Csoa Askatasuna, Spazio Neruda e No Tav sono indagati per associazione a delinquere.
La Cassazione non ha ritenuto giustificata la sentenza del riesame nel merito del Capo 1, ossia l’associazione a delinquere, il che ci conferma ulteriormente come l’impianto accusatorio faccia acqua da tutte le parti.
Sono state però confermate varie misure cautelari, infatti dopo poco sono stati eseguiti gli arresti in carcere e ai domiciliari per alcuni compagni/e.
La criminalizzazione dei movimenti di lotta e l’uso indiscriminato dei reati associativi disegna una pericolosa strategia volta a risolvere il conflitto sociale sul piano dell’ordine pubblico, spesso in maniera preventiva, contro chi oggi prova a organizzarsi per rivendicare i diritti più basilari, chi oggi lotta contro la disoccupazione, la precarietà, la devastazione ambientale e le grandi opere inutili.
Infatti non è la prima volta che viene utilizzata questo tipo di accusa nei confronti di compagni/e o attivisti/e sociali, e sappiamo bene che quando ad accusarti è lo stato non è sufficiente la difesa legale, ma la risposta deve essere collettiva.
Siamo complici e solidali con i compagni/e del Csoa Askatasuna
L’unica associazione a delinquere sono stato e padroni!